
Dopo il successo planetario di Pokémon Rosso e Blu, Game Freak si trovò di fronte a una sfida monumentale: creare un seguito che non solo eguagliasse, ma superasse le aspettative dei fan. Tuttavia, il timore di non riuscire a replicare il fenomeno fu palpabile all’interno del team di sviluppo. Tsunekazu Ishihara, presidente di The Pokémon Company, ha dichiarato in un’intervista che considerava Pokémon Oro e Argento come il culmine del franchise. Dopo il loro rilascio, pensava che il suo lavoro con Pokémon fosse concluso, tanto da non prevedere ulteriori titoli della serie. Ishihara affermò: “Per me, Oro e Argento rappresentavano il traguardo finale”.Lo sviluppo fu tutt’altro che semplice. Con un team piccolo e risorse limitate, Game Freak affrontò grandi difficoltà nel dare vita a una seconda generazione. “Eravamo molto ambiziosi riguardo a tutte le funzionalità che volevamo includere nei giochi. Penso che sia per questo che hanno avuto una nascita così difficile”, racconta Shigeki Morimoto, designer della serie. Eppure, nonostante ogni incertezza, Pokémon Oro e Argento non solo eguagliarono l’originale, ma elevarono la serie a nuove vette.

La regione di Johto portava con sé un’estetica completamente diversa rispetto a Kanto. Ispirata al Giappone tradizionale, Johto offriva città con architetture classiche, sentieri montani e foreste fitte. L’ambientazione contribuiva a dare un tono più “mistico” e maturo all’avventura. L’introduzione di nuove città come Ebanopoli o Fiorpescopoli fu accompagnata da una colonna sonora curata e malinconica, composta da Junichi Masuda e Go Ichinose, capace di rafforzare l’atmosfera narrativa. Con l’introduzione della seconda generazione, vennero aggiunti 100 nuovi Pokémon, portando il totale a 251. Tra questi, molti sono oggi considerati iconici: Lugia, Ho-Oh, Typhlosion, Espeon, Scizor… Ma la vera novità fu l’introduzione di due nuovi tipi: Acciaio e Buio. Questi erano fondamentali per bilanciare il predominio dei Pokémon Psico, che nella prima generazione erano praticamente invincibili. Per la prima volta in assoluto, Pokémon Oro e Argento introdussero un sistema di giorno e notte basato sull’orologio interno della console. I Pokémon apparivano in base all’orario reale: per catturare un Hoothoot bisognava giocare di sera, mentre Ledyba spuntava all’alba. Questo dettaglio semplice ma geniale aumentava la rigiocabilità e l’immersione. Una delle innovazioni più profonde fu l’introduzione degli strumenti tenuti (held items), che aprirono le porte a strategie più complesse in battaglia. A questo si aggiungeva il sistema di allevamento Pokémon: depositando due Pokémon compatibili nella Pensione, si poteva ottenere un Uovo. Da lì nacquero le meccaniche legate alle nature, alle mosse uovo e alla genetica Pokémon che oggi sono fondamentali nel competitivo.

Molti Pokémon potevano ora evolversi in nuovi stadi usando pietre evolutive, felicità o determinati orari. Eevee, ad esempio, evolveva in Espeon di giorno e Umbreon di notte. Anche le evoluzioni tramite scambio si arricchirono di nuove varianti, aumentando l’interazione tra giocatori. Un altro elemento iconico fu l’introduzione dei Pokémon cromatici, o shiny. Il Gyarados rosso del Lago d’Ira fu il primo incontro garantito con un Pokémon shiny, un evento rimasto impresso nella memoria di milioni di giocatori. Questi Pokémon avevano solo una palette di colori diversa, ma la rarità (1 su 8192) li rese oggetti di culto tra i collezionisti. Quando tutti pensavano che l’avventura finisse dopo aver sconfitto il Campione di Johto, Pokémon Oro e Argento stupirono con un colpo di scena: si poteva tornare a Kanto e affrontare tutti gli otto capipalestra originali. Un contenuto “post-game” mai visto prima, e mai più eguagliato nella stessa forma. L’apice era rappresentato dall’incontro finale sul Monte Argento contro Rosso, il protagonista muto del primo gioco, ora trasformatosi in un’icona. Graficamente, Oro e Argento sfruttavano al massimo il Game Boy Color, introducendo sprite più definiti e colorati. Anche il sistema di gestione del PC, della borsa e del Pokédex fu reso più intuitivo. Inoltre, venne introdotto il PokéGear, un dispositivo multifunzione con mappa, radio, orologio e telefono. Pokémon Oro e Argento non furono solo una seconda generazione: furono la conferma che il fenomeno Pokémon era destinato a durare.

Ancora oggi, per molti fan, rappresentano il picco creativo della saga, grazie alla loro profondità, alla cura dei dettagli e alla quantità di contenuti offerti. Con il loro rilascio nel 1999 in Giappone (e nel 2000 in Europa), Oro e Argento segnarono una generazione di videogiocatori. E oggi, nel mondo del retrogaming, restano un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza Pokémon pura, nostalgica, ma ancora sorprendentemente moderna.
What do you think?
It is nice to know your opinion. Leave a comment.