Nintendo è da sempre sinonimo di innovazione, fantasia e coraggio. Spesso osannata per il suo approccio creativo, la casa di Kyoto non ha mai avuto paura di sfidare le convenzioni. Ma questa voglia di sperimentare ha anche portato con sé una buona dose di critiche. Alcune scelte di design, sia estetiche che strutturali, hanno diviso la community e generato dibattiti accesissimi.
In questo articolo ripercorriamo alcuni dei titoli Nintendo più controversi, che hanno fatto discutere non per la qualità complessiva, ma per le decisioni creative che li hanno resi unici, nel bene e nel male.
The Legend of Zelda: Wind Waker (2002)
Quando fu mostrato per la prima volta al pubblico, Wind Waker lasciò molti fan spiazzati. Dopo una tech demo in stile realistico su GameCube, l’aspettativa era altissima per un Zelda più maturo e “dark”. Invece, Nintendo scelse uno stile cartoonesco in cel-shading, con personaggi dai tratti esagerati e un tono da fiaba per bambini.
Molti fan si sentirono traditi, accusando Nintendo di “infantilizzare” il franchise. Eppure, il tempo è stato galantuomo: oggi Wind Waker è considerato uno dei giochi visivamente più belli della serie, con una direzione artistica che ha saputo resistere al tempo meglio del realismo grafico dell’epoca.
Super Mario Sunshine (2002)
Super Mario Sunshine è uno dei titoli più divisivi della saga. Ambientato sull’isola Delfino, il gioco introduceva il dispositivo Splac 3000, uno zaino ad acqua che cambiava radicalmente il platforming classico.
Le critiche principali furono:
- Level design caotico, meno coeso rispetto a Super Mario 64
- Controlli poco precisi
- Missioni frustranti, come quelle senza Splac 3000 o i livelli con la sabbia
Ciononostante, per molti fan è un gioco “cult”, con un’atmosfera unica e un’identità forte. Ma resta uno degli episodi più controversi nella storia di Mario.

Metroid: Other M (2010)
Con Other M, Nintendo e Team Ninja provarono a reinventare la formula di Metroid, puntando su una narrazione più cinematografica. Ma fu proprio la caratterizzazione di Samus a far infuriare molti fan: da cacciatrice silenziosa e determinata, la protagonista divenne fragile e subordinata agli ordini di un superiore maschile, Adam.
Inoltre:
- Controlli ibridi scomodi (Wiimote orizzontale + puntamento)
- Gameplay troppo lineare
- Scelte di design restrittive, come la mancata attivazione autonoma dei potenziamenti
Il risultato? Un gioco ambizioso ma clamorosamente mal calibrato. Oggi è ricordato più per le sue mancanze che per le sue idee innovative.

Yoshi’s Island (1995)
Nel pieno boom del 3D, Nintendo pubblicò un platform 2D con uno stile grafico simile a un disegno fatto a pastello. All’epoca, molti lo considerarono un passo indietro rispetto a Donkey Kong Country, che vantava grafica prerenderizzata.
Ma dietro quell’aspetto “infantile” si nascondeva:
- Un gameplay raffinato
- Level design brillante
- Una colonna sonora memorabile
Col tempo, Yoshi’s Island è diventato un esempio di come lo stile grafico può essere una scelta di rottura geniale.
Animal Crossing: Amiibo Festival (2015)
Nel tentativo di sfruttare il successo degli amiibo, Nintendo pubblicò Animal Crossing: Amiibo Festival, un party game lento, privo di ritmo e con pochissima interazione.
Critiche ricevute:
- Gameplay eccessivamente basilare
- Necessità di comprare amiibo per giocare
- Nessuna delle attività iconiche della saga originale
Per molti, fu una mossa commerciale mascherata da gioco, e rimane uno dei titoli meno amati legati al brand.
Pokémon Let’s Go Pikachu / Eevee (2018)
Con Let’s Go, Game Freak decise di rendere la serie più accessibile, introducendo meccaniche da Pokémon GO:
- Cattura senza combattimento
- Maggior linearità
- Nessun sistema competitivo tradizionale
Molti fan storici si ribellarono a questa “semplificazione”, definendola una regressione. Ma il titolo ebbe anche successo tra i neofiti, fungendo da ponte verso Pokémon Spada/Scudo.
È un caso emblematico di tentativo di espandere il pubblico a scapito della profondità tradizionale.

Nintendo non ha mai avuto paura di sorprendere, anche a costo di dividere. Se c’è una cosa che accomuna questi giochi è il coraggio di sperimentare. Alcuni titoli sono stati rivalutati nel tempo, altri sono rimasti ferite aperte per i fan. Ma tutti testimoniano una verità: un design audace genera dibattito, ed è questo che tiene viva l’identità di Nintendo.
Quale gioco Nintendo ti ha fatto storcere il naso per le sue scelte di design? O al contrario, quale ti ha sorpreso in positivo? Faccelo sapere nei commenti!
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