Loading
Nintendo Power Glove
1 Settembre 2025
svgsvg9

Le periferiche più strane e originali create per le console Nintendo

Quando si parla di Nintendo, viene subito in mente la sua voglia di sperimentare. Non si è mai limitata a fare “solo” console e controller classici: ha sempre cercato di reinventare il modo in cui giochiamo. A volte con grande successo, altre con risultati… un po’ bizzarri. Oggi facciamo un viaggio tra le periferiche più strane e originali che la casa di Kyoto ha creato nel corso degli anni.

R.O.B. – Il robot amico del NES

Nel 1985, in piena crisi del mercato videoludico, Nintendo lanciò negli Stati Uniti il NES accompagnandolo con un accessorio unico: R.O.B. (Robotic Operating Buddy). Era un piccolo robot bianco e grigio, con occhi luminosi, che poteva interagire fisicamente con alcuni giochi grazie a dei sensori ottici. In pratica, non era solo un controller: era un compagno di gioco robotico che muoveva leve e afferrava piccoli oggetti.

Nintendo R.O.B.

Il problema? R.O.B. funzionava soltanto con due giochi (Gyromite e Stack-Up), entrambi piuttosto limitati. Inoltre, il robot era lento e non molto reattivo. Ma dal punto di vista del marketing, fu un colpo di genio: negli scaffali dei negozi, un robot futuristico attirava molto di più l’attenzione rispetto a una semplice console.

Oggi R.O.B. è ricordato con affetto dai fan, è comparso in Super Smash Bros. come personaggio giocabile ed è diventato un simbolo del coraggio (e della stranezza) di Nintendo.

Power Glove – Il guanto del futuro

Pochi accessori hanno saputo incarnare così bene l’immaginario anni ’80 come il Power Glove, uscito nel 1989 per NES. Si trattava di un guanto high-tech che prometteva di controllare i giochi con il movimento della mano, grazie a sensori e un piccolo tastierino sul braccio. Sembrava fantascienza, e per i ragazzini dell’epoca era il gadget dei sogni: un accessorio che trasformava chi lo indossava in una sorta di “cyborg del videogioco”.

Nella pratica, però, l’entusiasmo si spense in fretta. I comandi erano imprecisi, la calibrazione complicata e i giochi compatibili pochissimi. Nonostante ciò, il Power Glove rimane nella memoria collettiva come un oggetto cult, tanto che è diventato protagonista anche di film e spot televisivi. La sua eredità? Dimostrare che Nintendo aveva già negli anni ’80 la voglia di sperimentare con il motion control, idea che poi avrebbe avuto un successo enorme decenni dopo con la Wii.

Nintendo Power Glove

Super Scope – Un bazooka in salotto

All’inizio degli anni ’90, Nintendo decise che la classica pistola Zapper non bastava più. Con il Super Nintendo lanciò infatti il Super Scope, un gigantesco bazooka di plastica da puntare verso lo schermo. L’idea era semplice: trasformare il giocatore in una sorta di soldato armato, portando l’esperienza delle light gun a un livello superiore.

Era divertente e molto “spettacolare”, ma anche decisamente ingombrante: richiedeva pile, spazio e una buona dose di pazienza da parte dei genitori, che si ritrovavano un enorme cannone di plastica in salotto. Inoltre, i giochi compatibili erano pochi, quindi il suo utilizzo rimase limitato. Nonostante tutto, chi lo provò ricorda ancora oggi l’emozione di impugnare un vero e proprio “fucile spaziale” collegato alla TV.

Nintendo Super Scope

Wii Balance Board – La bilancia che ti faceva sudare

Con la Wii, lanciata nel 2006, Nintendo rivoluzionò il concetto di console casalinga: non più solo joypad, ma movimento e attività fisica. Dopo i Wiimote e i Nunchuk, arrivò la Wii Balance Board, una pedana/bilancia che misurava il peso, l’equilibrio e i movimenti del corpo.

La periferica fu protagonista di Wii Fit, un gioco che trasformava la console in una palestra casalinga, con esercizi di yoga, aerobica e mini-game dedicati al fitness. All’inizio molti la considerarono un accessorio strano e quasi “scherzoso”, ma il successo parlò chiaro: milioni di famiglie la acquistarono, contribuendo a rendere la Wii una delle console più vendute di sempre. La Balance Board rappresenta perfettamente lo spirito Nintendo: prendere un oggetto comune (una bilancia) e trasformarlo in un modo nuovo e divertente per giocare.

Pokéwalker – Il Pokémon sempre in tasca

Tra le periferiche più curiose e amate dai fan dei Pokémon c’è senza dubbio il Pokéwalker, un piccolo pedometro a forma di Poké Ball incluso nelle confezioni di Pokémon HeartGold e SoulSilver per Nintendo DS, usciti nel 2009. A prima vista poteva sembrare un semplice gadget, ma in realtà era un’idea brillante: permetteva di portare letteralmente un Pokémon con sé nella vita reale.

Il funzionamento era semplice ma geniale. Collegando il Pokéwalker al Nintendo DS tramite infrarossi, si poteva trasferire temporaneamente un Pokémon dalla propria squadra all’accessorio. Da quel momento, ogni passo fatto dal giocatore nella vita reale veniva conteggiato e trasformato in Punti Esperienza e PokeDollari. Inoltre, camminando si accumulavano “Watt”, una sorta di energia virtuale utilizzabile per sbloccare oggetti, incontrare Pokémon selvatici e persino catturarli direttamente sul dispositivo. Tutti i progressi potevano poi essere trasferiti di nuovo nella cartuccia DS.

Nintendo Pokéwalker

Il Pokéwalker non era solo un contapassi, ma anche un modo per incentivare i bambini (e non solo) a muoversi e uscire di casa. In un certo senso, fu un precursore di Pokémon GO, che anni dopo avrebbe fatto esplodere il concetto di Pokémon e attività fisica nel mondo reale.

Nonostante le dimensioni ridotte e la tecnologia limitata, il Pokéwalker fu accolto con grande entusiasmo dai fan, tanto da essere considerato ancora oggi uno degli accessori più intelligenti e nostalgici mai creati da Nintendo. Alcuni collezionisti lo cercano tuttora e, in buone condizioni, può raggiungere prezzi piuttosto alti sul mercato dell’usato.

Nintendo Labo – Il cartone che prende vita

Nel 2018, con Nintendo Switch ormai affermata, arrivò una delle idee più originali e spiazzanti: Nintendo Labo. Si trattava di kit di cartone da montare manualmente, che grazie ai sensori dei Joy-Con si trasformavano in periferiche interattive. Potevi costruire un pianoforte funzionante, una canna da pesca, una moto da guidare o addirittura un robot gigante da indossare.

Labo univa creatività, manualità e videogioco, rivolgendosi in particolare a un pubblico giovane e alle famiglie. Nonostante non abbia avuto un successo commerciale clamoroso, rimane una delle invenzioni più originali di Nintendo. Non solo un accessorio, ma quasi un ponte tra giocattolo e tecnologia.

Guardando queste periferiche, si capisce subito che Nintendo non ha mai avuto paura di rischiare. Alcune sono state flop clamorosi, altre veri e propri successi, ma tutte hanno contribuito a definire l’identità unica della compagnia: quella di un’azienda che non vuole solo vendere console, ma creare esperienze nuove.
Dal robot R.O.B. al Ring-Con, passando per guanti futuristici e strumenti di cartone, la storia di Nintendo ci mostra che, quando si tratta di sperimentare, i limiti sono davvero pochi.

E voi? Qual è la periferica Nintendo più strana o originale che avete provato o che vi piacerebbe avere nella vostra collezione?

svg

What do you think?

It is nice to know your opinion. Leave a comment.

Leave a reply

Loading

Quick Navigation

  • 1

    Le periferiche più strane e originali create per le console Nintendo