Dalle scalinate dell’arcade al cervello del giocatore
Quando pensiamo a Donkey Kong, l’immaginario corre subito al leggendario cabinato del 1981: Mario che sale scale, salta barili e salva la principessa da uno scimmione dispettoso. Quella formula, semplice ma iconica, ha dato vita a un’eredità che Nintendo ha saputo rinnovare nel corso dei decenni, passando per i gioielli platform su SNES, gli spin-off rhythm e i titoli moderni della serie Returns e Tropical Freeze.
Con Donkey Kong Bananza, l’ultimo titolo della saga (in arrivo su Nintendo Switch 2 il 17 luglio), Nintendo sembra voler inserire una nuova dimensione ludica al cuore del gameplay: i puzzle ambientali. Un elemento che potrebbe cambiare le carte in tavola, fondendo l’azione piattaformica a enigmi ambientali più strutturati, un po’ alla Zelda, un po’ alla Metroid.
Vediamo come si costruisce questo nuovo equilibrio e se funziona davvero.

Gameplay: salti, leve e cervello in azione
La struttura di base di Donkey Kong Bananza ruota attorno alla raccolta di banane d’oro, tesoro di Lingottisola, minacciate dalla Void Company. Il giocatore, nei panni di Donkey Kong, deve recuperare queste banane ed impedire i piani della compagnia, esplorando livelli che combinano elementi platform 3D con sezioni in 2D, ispirate a Donkey Kong Country, e momenti musicali. Il gioco offre un’esplorazione libera e non lineare, con un’ampia varietà di ambientazioni, personaggi secondari doppiati e sfide diverse, tra cui corse sui carrelli, scavi nel terreno e boss da affrontare.
Un elemento interessante è la presenza di più soluzioni possibili in alcuni enigmi: ad esempio, puoi distruggere una parete con un barile esplosivo oppure trovare un percorso segreto che la aggira. Questo apre a diverse modalità di approccio, incentivando anche il backtracking e la rigiocabilità.

Un DNA condiviso con Metroidvania e classici puzzle-platform
Chi ha amato titoli come The Lost Vikings, Captain Toad: Treasure Tracker o certi passaggi di Castlevania: Symphony of the Night troverà in Donkey Kong Bananza un’atmosfera familiare. C’è quel gusto retro di dover osservare lo scenario, sperimentare, combinare abilità, con il carisma Nintendo che tiene tutto insieme.
Il titolo strizza l’occhio anche al mondo dei Metroidvania leggeri, soprattutto nei livelli opzionali: labirinti secondari, chiavi da trovare, leve da attivare in sequenza… ma sempre in una forma accessibile e “family friendly”, senza diventare troppo criptico.

Grafica, colonna sonora e mood visivo
Visivamente, Donkey Kong Bananza è un’esplosione di colori tropicali, texture vivaci e animazioni fluide, che ricordano lo stile di Yoshi’s Crafted World ma con un tocco più realistico. La grafica viene usata per creare profondità e prospettive dinamiche, spesso sfruttate proprio per gli enigmi ambientali.
La colonna sonora alterna ritmi percussivi in stile tribale, classici remix di DK Jungle e nuovi brani atmosferici durante le sezioni puzzle. Un mix che richiama il lavoro di David Wise (storico compositore della serie) ma arricchito da elementi sonori diegetici (suoni naturali, strumenti artigianali, eco ambientali).

Citazioni e prime impressioni della community
La critica e la community si stanno già esprimendo con entusiasmo:
“Nintendo ha trovato un punto d’incontro tra platforming old-school e level design intelligente. Non è solo un altro DK: è un passo avanti.”
— IGN Italia
“Il modo in cui puoi risolvere gli enigmi usando anche le banane-strumento mi ha ricordato i migliori momenti di Zelda: Minish Cap.”
— @BananaGamer94, Threads
“È il primo Donkey Kong che mi ha fatto sentire… un po’ anche Indiana Jones.”
— Fan comment su Reddit /r/NintendoSwitch
Donkey Kong evolve, ma senza tradire sé stesso
Donkey Kong Bananza dimostra che un’icona del platform può rinnovarsi senza perdere identità, abbracciando la componente puzzle come elemento di profondità e non di ostacolo. Il risultato è un gioco che sa premiare sia chi ama la sfida dei salti, sia chi apprezza la riflessione e l’ingegno.
Per i fan di vecchia data, è un richiamo a una Nintendo che sperimenta senza rompere il legame emotivo con il passato. Per le nuove generazioni, è l’occasione perfetta per scoprire un Donkey Kong più vario e meno “muscolare”, ma altrettanto coinvolgente.

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