La nascita del Game Boy: Un’icona portatile che ha segnato una generazione

Era il 21 aprile del 1989 quando la Nintendo lanciò la sua prima console portatile a cartuccia intercambiabile in Giappone: a luglio arrivò negli Stati Uniti e a settembre in Europa… e fu rivoluzione!
È stato uno dei sistemi portatili più venduti di tutti i tempi, con oltre 118 milioni di copie in tutto il mondo, quasi senza rivali anche nel 2024.
Ma prima di lui c’era il sistema di gioco conosciuto come Game and Watch, un piccolo portatile con videogioco e orologio. Era disponibile con uno o due schermi e incorporava la tecnologia del D-pad che fu poi incorporata nel Nintendo NES e nel Game Boy. Anche questo piccolo oggetto fu progettato da Gunpei Yokoi.
Un dipendente e designer di Nintendo che nel 1970 realizzo anche l’Ultra Hand, un giocattolo con braccio estendibile che ebbe un discreto successo.


Yokoi si era laureato in elettronica alla Doshisha University e venne assunto da Nintendo nel 1965 come semplice addetto alla manutenzione delle macchine che producevano le carte Hanafuda, quando ancora non esistevano le console e Nintendo produceva solo giocattoli e carte da gioco. Hiroshi Yamauchi, il presidente di Nintendo dell’epoca, andò nella fabbrica delle carte Hanafuda e vide un giocattolo che Yokoi produsse personalmente nel tempo libero (l’Ultra Hand). Ne rimase colpito e la carriera di Yokoi ebbe una virata verso l’alto incredibile. Ricordiamo anche che è il papà di Ice Climbers, Kid Icarus, Metroid e Balloon Kid (i primi due in collaborazione con Miyamoto).
IL SUCCESSO UNIVERSALE

La grande svolta avvenne nel 1988, quando Nintendo riuscì ad acquisire i diritti esclusivi di un nuovo gioco chiamato Tetris. Fu un successo incredibile e uno dei motivi per cui il Game Boy cominciò a vendere tantissimo fin dal suo giorno d’uscita. Il gioco era avvincente, semplice e approcciabile da persone di tutte le età che apprezzavano la sua giocabilità e l’integrazione alla console nel bundle d’acquisto. Diventò uno degli acquisti obbligati dell’epoca.
Nonostante la competizione con altri sistemi portatili con tecnologia superiore come retroilluminazione, schermo a colori e molto altro, il Game Boy continuò a dominare il mercato. La tecnologia all’epoca rendeva estremamente difficile per qualsiasi sistema con tutto ciò avere una buona durata della batteria e molti sistemi non riuscivano nemmeno a durare 3 ore rispetto alle 8+ ore dei Game Boy. Questo sarebbe cambiato in seguito, tuttavia all’epoca fu un duro colpo per la concorrenza, anche se i giochi e la tecnologia erano migliori.
A questo punto non possiamo non ricordare gli innumerevoli giochi che hanno accompagnato la vita della console portatile, favorendone una continua evoluzione: Super Mario Land, The Legend of Zelda e, ovviamente, Pokemon Rosso e Blu. Solo questi tre basterebbero ma sono migliaia i titoli che hanno fatto la storia di questa console e del videogioco stesso.

L’esempio più calzante è il doppio filo che lega la nascita dei Pokemon con l’avvento del Game Boy Color (ancora inconfondibile rieccheggia la sigla delle battaglie tra Pokemon nelle orecchie di molti). Dopo il primo restyling nel 1996, che diede vita al Game Boy Pocket, più sottile e compatto, è stato proprio il lancio del videogioco dei mostri a ridare vita al Game Boy, ormai al termine del suo ciclo. Pokemon giallo con i suoi colori sgargianti, e le successive generazioni Oro e Argento compatibili solo con il Color, hanno contribuito infatti in maniera decisiva alla fortuna della console.


CONCLUSIONE
Nuovi design, nuovi upgrade e arriviamo al 23 marzo 2003, quando il Game Boy classico smette di essere commercializzato, quattordici anni dopo il lancio. Molti però sono i fan nostalgici che resistono, chiedendo a gran voce la compatibilità dei vecchi videogiochi Game Boy, Color e Advance con le nuove console Nintendo. Si calcola che nel mondo sono stati venduti più di 118 milioni di Game Boy e più di 450 milioni di cartucce.
Lunga vita al re!
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