Un’analisi di come Retro Studios ha saputo reinterpretare la formula di Metroid in un’esperienza in prima persona coinvolgente
Siamo in piena rivoluzione ludica degli anni 2000, la saga di Metroid ha vissuto anni meravigliosi e rosei con tre titoli mainline. E fu proprio in quegli anni che Retro Studios, un team americano, prese in mano il franchise per provare a creare qualcosa di impensabile: un FPS con lo stile Metroidvania. Arrivò su GameCube il primo meraviglioso Metroid Prime.

Inutile scriverlo… fu un successo impressionante da cui nacquero due grandissimi sequel. La rivoluzione fu proprio il suo sviluppo in 3D e lo stile di gioco in prima persona.
Ma non un semplice FPS, una vera e propria avventura che si focalizzava soprattutto sulla componente esplorativa e di ricerca, grazie al visore SCAN in dotazione con la battle Suit di Samus.
Accontentava i fanatici degli FPS, ma soprattutto i fan della serie grazie alle meccaniche tipiche. A livello cronologico si colloca dopo gli eventi di Metroid per NES e di Metroid: Zero Mission.

Metroid Prime venne premiato dalla critica con voti sopra la media e riconosciuto come uno dei migliori titoli in assoluto per Nintendo GameCube. Il sesto titolo più venduto per questa console, con 2,84 milioni di copie.
Da ricordare anche la possibilità di interazione con il Game Boy Advance, collegando Prime a Fusion (uscito proprio su GBA). Permetteva di sbloccare il primo titolo della serie e di modificare la battle suit con quella del GBA.

Metroid Prime è stato il primo capitolo della saga “PRIME” e ha avuto due sequel principali in Echoes (GameCube e Wii) e Corruption (solo su Wii). I tre capitoli furono inclusi nella raccolta Metroid Prime Trilogy per Wii.
E’ possibile giocare a Metroid Prime Remastered su Switch e godere delle modifiche estetiche al gioco, prima di buttarci sul prossimo, bellissimo, Metroid Prime 4: Beyond per SWITCH e SWITCH 2.
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