Come è evoluto il gaming nel tempo
Cosa accade per far nascere un brand di successo? Talvolta nasce per caso, talvolta per un insieme di tanti fattori studiati ed elaborati precisamente, ma la spinta iniziale è sempre dall’intuizione e dalla visione di qualcuno, che perdurando nel tempo diventa filosofia di una società.
Se oggi pensiamo a Nintendo ci vengono subito in mente icone come Super Mario o Donkey Kong e soprattutto ci viene in mente il concetto di INNOVAZIONE. Ma Nintendo arriva dal passato e dobbiamo andare parecchio indietro nel tempo fino al 23 settembre del 1889, nella città di Kyoto quando Fusajiro Yamauchi apre il proprio laboratorio artigianale di carte Hanafuda (un popolare gioco di carte nel Giappone del periodo Meiji) chiamato Nintendo Koppai.

Gli affari vanno benone e nel 1929 Yamauchi si ritira lasciando il negozio nelle mani di suo figlio, Sekiryo, che allarga la produzione a tantissimi altri giochi di carte con ottimi risultati commerciali, tanto da diventare una vera e propria fabbrica. Nel 1953, con il nome di Nintendo Playing Card Co. Ltd. era ormai leader nel settore, Sekiryo muore e la guida passa al nipote, Hiroshi Yamauchi. Un samurai dallo spirito imprenditoriale fondamentale per il cambio di rotta della società: fu infatti lui a capire prima che fosse troppo tardi che gli affari nel settore delle carte da gioco ristagnavano e che l’unico modo per sopravvivere era allargare i propri orizzonti. Nel 1959 Nintendo stringeva un un partenariato con The Walt Disney Company per commercializzare carte raffiguranti i personaggi Disney, si tentava di diversificare gli investimenti anche in altri settori. Nel 1962 Nintendo è quotata sul listino “Osaka Stock Exchange Second Division” e riceve immediatamente il favore degli investitori nipponici: l’iniezione di capitali freschi nelle casse societarie induce Hiroshi a provare molte imprese commerciali, talvolta davvero improbabili come avviare una compagnia di taxi, una catena di love hotel e un’emittente televisiva. Tra i vari esperimenti fallimentari c’è però una storia di successo nel mondo dei giocattoli con la produzione del famoso Ultra Hand.

Questo ha spinto la società a concentrarsi principalmente sul segmento dei giocattoli nel corso degli anni ’60 grazie alla guida dell’ingegnere Gunpei Yokoi che iniziò a produrre anche giocattoli elettronici, una vera novità per il mercato nipponico che generò notevoli guadagni alla società. Nel 1971 la Nintendo Co. Ltd. produce una pistola giocattolo per la prima console della storia, il Magnavox Odyssey, e tre anni più tardi ottiene addirittura i diritti per commercializzare la macchina sul territorio giapponese. Negli anni successivi Yokoi decide di mettere a frutto l’esperienze acquisita lavorando anche con Mitsubishi Electric per il Color Tv Game e assume l’allora giovane Shigeru Miyamoto – tutt’ora una delle colonne portanti della casa di Kyoto – con cui lancia sul mercato i primi giochi come Radar Scope e l’originale Donkey Kong. La strada intrapresa sembra essere quella giusta e nel 1980 oltre all’uscita dei giochi portatili Game & Watch nasce Nintendo of America, con sede a New York.

Nel 1983 arriva in Giappone il Famicom, la prima vera console di casa Nintendo, che riscuote in brevissimo tempo un successo clamoroso. Due anni più tardi, nonostante la crisi dei videogiochi che aveva messo in ginocchio Atari, la console viene lanciata anche negli Stati Uniti col nome di Nintendo Entertainment System (NES) e riesce a vendere milioni di esemplari. Tra gli oltre cinquecento giochi usciti per NES figurano pietre miliari della storia del videogioco del calibro dei primi Super Mario Bros. e The Legend of Zelda, entrambi partoriti dalla mente del geniale Miyamoto. Nel 1989 arriva anche quella che è stata probabilmente la più grande idea di Yokoi, la prima console portatile della storia: il Game Boy. Nintendo aveva inventato il paradigma di videogioco come lo conosciamo oggi, fissando degli standard tanto nel mercato delle console casalinghe quanto in quello delle console portatili che resistono ancora oggi. Nel 1990 ad esempio, con l’arrivo del Super Nintendo, si impose quello che con tutte le variazioni del caso è ancora oggi il concept di fondo di ogni controller, con i quattro tasti azione, il d-pad e i tasti dorsali. A dare del filo da torcere all’erede del NES ci pensò il Mega Drive di SEGA, che non riuscì tuttavia a raggiungere i numeri e il successo del Super Nintendo e dei suoi giochi.

Nel 1995 seguì il Nintendo 64, che pur rimanendo schiacciato dal successo della prima PlayStation di Sony ha introdotto importantissime novità tecniche nel settore, tra cui il primo analogico su un controller. Il tratto distintivo della società è sempre stato l’aver innovato il mondo dei videogiochi, pensando a modi diversi di giocare senza mai perdere di vista quella che è la forza dei suoi franchise di punta, da Super Mario ai Pokémon: l’aspetto ludico. Questa filosofia si è consolidata nella cosiddetta “Nintendo difference” e a partire dalla metà degli anni ’90 ha reso la società una sorta di outsider all’interno del mercato. Dopo essere stata il principale contendente di SEGA nella “console war”, ha lasciato questo terreno di scontro a Sony e Microsoft rimandando in sordina con il suo GameCube, lanciato nel 2001, continuando però a dominare il segmento delle portatili con Game Boy Color e Game Boy Advance.

Poi, tra il 2004 e il 2006, grazie allo straordinario progetto di Satoru Iwata, da outsider la società torna a prendersi il mercato registrando numeri da capogiro con la potenza di fuoco incrociata di Nintendo DS e Wii. Ancora una volta Nintendo era stata in grado di parlare a un pubblico più ampio innovando il settore, con il doppio schermo e il touch screen sulla sua console portatile (tre anni prima dell’arrivo dell’iPhone) e con la rivoluzione dei controller di movimento Wiimote. Nel 2011 arriva poi il Nintendo 3DS che riesce a bissare il successo del suo predecessore, cosa in cui fallirà invece Wii U arrivata l’anno dopo, in un periodo di transizione in cui non è riuscita a fare breccia nel mercato. Da ormai un anno è arrivata Nintendo Switch, la prima console ibrida mai creata che permette ai giocatori di fruire degli stessi contenuti sia dalla tv di casa che in mobilità. È stato un azzardo, dopo il fallimento di Wii U, tentare nuovamente una strada opposta a quella dei principali competitor. Un azzardo che però ha premiato l’enorme lavoro e l’originalità di Switch, rendendola in breve tempo una delle console più popolari della casa di Kyoto e infrangendo persino i tempi di vendita di Wii. In questi giorni arriverà sul mercato Nintendo Labo, un curioso ritorno alle origini per certi aspetti, dal momento che si propone di riportare il “gioco” su un piano che non sia necessariemente “video”. L’idea di fondo è quella di portare il giocatore a costruire i Toy-Con (moduli in cartone che vanno a interagire con la tecnologia dei controller Joy-Con di Switch) per giocarci e infine andare a capire il loro funzionamento. Si passa da un’esperienza tangibile a una virtuale, per poi comprendere i meccanismi che permettono a queste due nature di coesistere.

IL FUTURO DI NINTENDO … Online!!!
Il futuro? Spesso è difficile prevederlo e parlarne sarebbe anacronistico. Nintendo è un’azienda coraggiosa, fantasiosa e spesso “folle” che sappiamo quanta innovazione ha portato all’intera industria videoludica.
Per ora ci sono poche novità su quello che sarà il futuro o su Switch 2… Si pensa ad un futuro online. Un mercato quello che Nintendo ha introdotto sulle proprie console quando era pura avanguardia.
Quello che per ora sappiamo che Switch 2 sarà retrocompatibile e supporterà sia il Nintendo Account che Nintendo Switch Online. Questo aprirà ad una libreria ludica letteralmente “Spaventosa”.
In attesa di notizie sicure possiamo stare certi una cosa: nonostante i metodi “strambi”, nel prossimo futuro Nintendo ci condurrà verso nuove incredibili avventure.

E voi cari Nintendari? Cosa ne pensate? Che futuro prevedete per il nostro amato marchi? Scrivetecelo nei commenti.
What do you think?
It is nice to know your opinion. Leave a comment.