Adoro Super Mario World. Forse un po’ troppo… forse esagero. Ma su una cosa sono sempre stato convinto: che sia davvero un gioco perfetto. È incredibile. È il miglior gioco di Mario mai realizzato. Uno dei migliori giochi di piattaforme (e non solo) mai realizzati. È semplicemente fantastico.

Shigeru Miyamoto è un genio! Ormai lo sappiamo bene.
Questo incipit può sembrare scontato, ma forse la cosa non sembrò così immediata ai vertici Nintendo, quando l’autore del pur fortunatissimo Donkey Kong, propose loro un nuovo gioco con protagonista un baffuto idraulico a spasso per un mondo fatto di funghi, stelle, monete, mattoni, tartarughe e sauri dal guscio puntuto. Ma il genio non si discute, specie se porta a mamma Nintendo cifre con tanti zeri, e così Miyamoto-San poté creare il suo gioco e noi entrammo assieme a lui nel Regno dei Funghi dove siamo rimasti, storditi ed ammaliati, fino ad oggi grazie a tanti capitoli di una serie che ad ogni sua istanza ha ridefinito il genere dei platform.
Super Mario World è stato probabilmente il punto più alto mai raggiunto dall’idraulico italiano più famoso nel mondo, anche considerando i capitoli tridimensionali che hanno seguito il passaggio dai 16 ai 64 bit… un punto di svolta nella storia del videogioco.
Il gioco è l’esempio perfetto di game design ed è apprezzabile per i suoi controlli perfetti, il level design innovativo e l’introduzione di Yoshi, che aggiunge un nuovo “livello” di divertimento. La mappa del mondo di gioco, le uscite segrete e i livelli diversi contribuiscono a un’esperienza profonda e appagante che molti, me per primo, considerano un punto di riferimento nel genere.

Dietro ai livelli color pastello e alla penetrante colonna sonora si nasconde un incredibile lavoro di cesello affinché ogni singolo elemento si inserisca nel disegno globale, senza alterarne l’armonia di fondo ed in ogni momento il giocatore si senta sfidato ma mai imbrogliato dal gioco. Un gameplay frazionabile in una miriade di piccoli giochi, ognuno di questi viene attentamente introdotto, presentato, applicato e fatto assimilare in pochi istanti. Lo
L’introduzione di elementi come il mantello, i blocchi colorati, le grate sulle quali arrampicarsi e tutte le componenti del gioco avviene in modo “sicuro” ed estremamente graduale. Un altro chiarificatore sono le piattaforme semoventi “a tempo”, che restano in aria fintanto che non ci si sale, dopodiché il piccolo numero scritto sopra inizia a scalare verso lo zero, momento in cui la piattaforma precipiterà e Mario con lei; beh, le prime piattaforme di questo tipo si incontrano situate sopra il terreno, così che il giocatore curioso ma inesperto possa metterci sopra le zampe e cadere senza sentirsi derubato ingiustamente di una vita.
Ecco, Super Mario World è un gioco onesto. Onesto sino all’ultimo pixel!

Uno dei momenti più emozionanti del gioco è dopo aver trovato l’uscita segreta in Donut Plains 1 (non è un nome azzeccatissimo per un livello?) e aver aperto il percorso segreto attraverso la seconda area del gioco. Esplorando questo percorso fuori dal percorso normale, il giocatore cadrà in un tubo e si ritroverà a Donut Secret 2, un livello che si trova in realtà nell’angolo in alto a sinistra della Valle di Bowser, l’area finale del gioco. Offre ai nuovi giocatori un’anteprima di ciò che li attende e introduce questa scintillante e rock’n’roll tana dell’inferno, completa di fulmini accecanti e degli occhi luminosi di Bowser che fluttuano nell’oscurità. La musica che risuona è rauca e scioccante rispetto al resto del gioco fino a questo punto e fa capire al giocatore che li aspetta un’esperienza infernale. Una tale attenzione al mondo di gioco e all’esperienza individuale del giocatore era inaudita per un gioco di Mario, o per qualsiasi altro platform, e quindi questo momento è tanto importante quanto memorabile.
Who wants to live forever?
Abbiamo già visto come Miyamoto abbia radicalmente modificato la struttura “trial & errors” tipica dei platform precedenti introducendo le novità al giocatore piuttosto che facendo in modo che ci si scontri per poi imparare a gestirle; Il passo successivo di questo cammino verso (e non contro) il giocatore fu la negazione del Game Over.
Un po’ come Ron Gilbert con Monkey Island, Miyamoto capì che la morte definitiva del giocatore nella maggior parte dei casi era controproducente ai fini dell’esperienza ludica, perché dava luogo ad una frustrazione che poco aveva a che fare con il divertimento; Shigeru non fece altro che dare modo al giocatore di accumulare facilmente decine di vite bonus, così da rendere il Game Over virtualmente impossibile pur mantenendo la sfida data dal rischio sempre presente di perdere una vita. Inutile dire che (anche) questo concetto è poi diventato caratteristica comune dei giochi odierni.

La bellezza di Super Mario
Se la giocabilità raggiunge livelli stellari grazie ad un controllo sopraffino, l’aspetto tecnico di Super Mario World non è assolutamente da meno, tanto da aver influenzato tutti i capitoli successivi nonostante non sia effettivamente ambientato nel classico Regno dei Funghi, bensì sull’Isola dei Dinosauri.
Tutto, dallo sprite di Mario (che si calca il cappello quando si abbassa e fa le nuvolette quando cambia rapidamente direzione) al più banale dei fondali è volto anche qui a stabilire un’armonia stilistica inconfondibile, con gli oggetti rilevanti ai fini del gioco ben particolareggiati e sfumati mentre i cespugli e tutto ciò che funge da ornamento è reso in modo minimale con colori estremamente netti, fino ad arrivare alle curiose forme geometriche che spesso fanno da sfondo alle zone “a cielo aperto” del mondo di gioco. Altrettanto degno di nota è il sonoro, pieno di jingle che non stancano mai e di effetti che palesavano le capacità (ai tempi sbalorditive) del Super Nintendo: basta sentire l’eco dei vari sfx mentre si affrontano i livelli sotterranei per rendersi conto della cura che è stata dedicata ad ogni singolo aspetto di questo meraviglioso gioco.
Esperienza definitiva!
Non c’è niente di meglio di una bella e comoda sedia, una bevanda gassata a vostra scelta e una copia di Super Mario World. Anche ad oggi non esiste un platform, 2D o 3D, che abbia superato Super Mario World in giocabilità, design e bilanciamento, e la parte tecnica è ancora fulgida e splendente come un tempo, tanto che lo sprite di Mario è uno dei più utilizzati e riprodotti in pixel art. Questa È l’esperienza di gioco definitiva. Se non l’avete ancora provata, lo dovete a voi stessi e al resto della vostra community di giocatori.
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