La saga di Metroid è una delle pietre miliari del gaming, con radici profonde che risalgono agli anni ’80. Quando Metroid Dread è stato annunciato, i fan di tutto il mondo hanno accolto la notizia con entusiasmo, vedendo nel titolo per Nintendo Switch un ritorno alle origini e un’evoluzione del classico stile “Metroidvania”. Ma quanto è cambiata davvero la saga dai suoi esordi? In questo articolo analizziamo Metroid Dread e lo confrontiamo con i giochi originali, esplorando come Nintendo abbia saputo rinnovare una formula senza tempo.

L’alba di Metroid: gli inizi di una leggenda
La saga di Metroid nasce nel 1986 con l’uscita su NES del primo, leggendario titolo. Questo gioco ha introdotto i giocatori a un mix di esplorazione, azione e narrativa minimalista, ambientato in un oscuro universo fantascientifico.
Elementi chiave di Metroid (1986):
- Atmosfera: Il senso di isolamento e mistero, amplificato da una colonna sonora inquietante.
- Gameplay innovativo: L’esplorazione non lineare e la progressione basata sull’acquisizione di potenziamenti.
- Samus Aran: Una protagonista rivoluzionaria, il cui genere è stato una sorpresa per i giocatori dell’epoca.
Con il tempo, titoli come Super Metroid (SNES) e la trilogia di Metroid Prime hanno ampliato il mondo di Samus, aggiungendo profondità narrativa e nuovi elementi di gameplay.

Metroid Dread: il ritorno alle origini con una veste moderna
Lanciato nel 2021, Metroid Dread è il primo capitolo originale 2D della serie in quasi due decenni. Sviluppato da MercurySteam in collaborazione con Nintendo, Dread non solo prosegue la storia lasciata in sospeso da Metroid Fusion, ma rappresenta un’evoluzione tecnica e stilistica della saga.
Le novità di Metroid Dread:
- Gameplay fluido e dinamico:
Metroid Dread si distingue per un controllo incredibilmente reattivo, che rende il movimento di Samus più fluido che mai. Le nuove abilità, come lo scivolo e la parry, aggiungono un ritmo veloce al gameplay, mantenendo intatto il feeling classico. - I temibili E.M.M.I.:
I robot cacciatori E.M.M.I. introducono sezioni stealth ad alta tensione, che aggiungono un nuovo livello di sfida e adrenalina al gioco. - Grafica e design:
Grazie alla potenza della Switch, Dread offre ambienti dettagliati e animazioni fluide, pur mantenendo la visione artistica minimalista e inquietante che caratterizza la serie.

Confronto: Metroid Dread vs. i classici della saga
Come si colloca Metroid Dread rispetto ai giochi originali? Ecco un confronto tra alcuni elementi chiave:
Caratteristica | Metroid (1986) | Super Metroid (1994) | Metroid Dread (2021) |
---|---|---|---|
Esplorazione | Non lineare, ma senza mappa | Non lineare con mappa dettagliata | Non lineare con mappa espansa e opzioni moderne |
Atmosfera | Isolamento totale | Mistero e tensione | Tensione amplificata dai E.M.M.I. |
Grafica | 8-bit minimalista | Pixel art dettagliata | 3D in side-scrolling HD |
Gameplay | Essenziale e rigido | Migliorato, con più fluidità | Dinamico e innovativo |
Narrazione | Implicita | Più strutturata | Cinematica e coinvolgente |

Il successo di Metroid Dread: cosa significa per il futuro
Metroid Dread ha ottenuto recensioni entusiastiche da critica e fan, consolidandosi come uno dei migliori giochi del 2021. Ma cosa significa questo successo per il futuro della saga?
- Rinascita del 2D:
Il successo di Dread dimostra che c’è ancora una grande domanda per i giochi in stile Metroidvania con una formula classica. - Possibili sequel:
La fine di Dread lascia spazio per nuovi capitoli nella saga, aprendo la strada a futuri giochi 2D o anche un ritorno del filone 3D con Metroid Prime 4. - Espansione dell’universo:
Nintendo potrebbe sfruttare questo momento per ampliare l’universo di Metroid, magari con spin-off o crossover.

Un trionfo tra passato e presente
Metroid Dread è la prova che Nintendo sa come bilanciare tradizione e innovazione. Il gioco onora le sue radici, offrendo allo stesso tempo un’esperienza fresca e moderna che attira sia i veterani che i nuovi giocatori.
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